GIUSEPPE FURLANIS HA SCRITTO AL SINDACO


Al sindaco di Volterra

Agli assessori

E p.c. Giovanni Manghetti; Rosa Dello Sbarba; Alessandro Furriesi

Ha scritto Oscar Wilde “la bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo è vana.” Per cogliere la bellezza è però indispensabile avere occhi attenti e un cuore generoso e disponibile all’emozione. La distrazione ci rende indifferenti e l’indifferenza distratti. Per questo, molto spesso, coinvolti in un declino culturale che i media sanno amplificare e presentarci come unica nostra dimensione estetica, sveliamo una crescente insensibilità nei confronti della vera qualità delle cose e dei luoghi. Nonostante la convinzione di Oscar Wilde riusciamo a minacciare, con arrogante incuranza, anche quella bellezza che il tempo ha saputo conservare e tramandarci.

Volterra è un luogo segnato dalla bellezza dell’arte e del paesaggio, non solo per il suo inestimabile giacimento storico-artistico, che attrae ogni anno studiosi e turisti, ma anche perché è una città che ha saputo nel tempo valorizzare come importante fattore culturale le tradizioni artigianali e la più generale dimensione del lavoro; perché è un “luogo” in cui si è saputo unire idealmente l’arte moderna e contemporanea alla tradizione storica e alle bellezze del paesaggio; perché è una città che ha svelato nel tempo importanti tracce di sensibilità artistica anche in luoghi segnati dal dolore. Così è stato con l’importante esperienza del teatro in carcere e con l’opera isolata ma significativa e densa di emozioni di Nannetti, testimonianza artistica, oltreché di rilievo scientifico, che richiede un maggior impegno per la sua tutela e valorizzazione. Partendo da queste convinzioni, e dovendo come assessore predisporre un programma di attività culturali, ho cercato di pensare ad iniziative che fossero in grado di accrescere ancor più l’immagine di Volterra come “luogo della bellezza e della cultura”; associando ad un impegno per qualificare i Musei e valorizzare il patrimonio monumentale (condizione indispensabile per raggiungere l’obiettivo, voluto da questa amministrazione, di ottenere il riconoscimento di “Patrimonio dell’umanità”) ad un impegno, non inferiore, orientato sia a valorizzare le tradizioni artigianali – che sebbene in declino rappresentano tuttora una risorsa importante da conservare e sviluppare – sia ad attuare iniziative più attente ai linguaggi artistici della contemporaneità; sia ancora a dare maggior valore al patrimonio paesaggistico e alla questione ambientale nelle sue potenzialità culturali ed economiche. In ogni caso la volontà era quella di pensare ad esperienze che sapessero assumere rilievo nazionale ed internazionale. Un impegno su più fronti che non intendeva comunque eliminare manifestazioni di carattere ludico/ricreativo, rispetto alle quali ho verificato un maggior interesse da parte di questa amministrazione. Ritenevo però, e ne sono tuttora convinto, che l’immagine culturale di Volterra meritasse di più delle sole “notti bianche” e “sagre medioevali”.

Per quanto relativo all’arte contemporanea, con l’obiettivo di trovare una continuità nella dimensione estetica tra passato e presente, avevo programmato (progetto presentato anche al tavolo provinciale per il PIC) di invitare artisti di rilievo internazionale ( Jannis Kounellis, Bll Viola, Studio Azzurro) per una reinterpretazione dei “luoghi” privilegiando la loro “dimensione del sacro”. La volontà era quella di superare la programmazione di mostre isolate a favore di un progetto culturale che rafforzasse una identità specifica di Volterra nell’ambito delle arti contemporanee; questo anche per ottenere una maggior visibilità a Livello nazionale e internazionale. Inoltre per un maggior radicamento nel territorio, come indicato nel progetto trasmesso alla Provincia, le iniziative intendevano coinvolgere, al fianco degli artisti, le scuole di Volterra e, in collaborazione con queste, alcune prestigiose istituzioni artistiche toscane (Accademia di Carrara e ISIA di Firenze). La scelta associava artisti di più difficile interpretazione (quelli che fanno riferimento alla cosiddetta “arte povera”) ad altri orientati verso l’arte ambientale, ad altri artisti ancora le cui opere, per gli utilizzi delle nuove tecnologie informatiche e delle video-installazioni, producono una maggior fascinazione nei giovani, più orientati verso questi linguaggi, e in un pubblico più ampio rispetto a quello che solitamente segue l’arte contemporanea. Erano già stati avviati i primi contatti che hanno visto anche, per Kounellis, la partecipazione del Presidente della CRV Giovanni Manghetti che si è dimostrato interessato all’iniziativa. Contatti, questi, che non so se si sono sviluppati, così come non so se si sta attuando il progetto deliberato in Giunta sulle arti contemporanee.

Ho avuto la fortuna di trovare già avviata un’importante iniziativa artistica in linea con il mio progetto: la mostra “Mauro Staccioli – Volterra – I luoghi dell”esperienza”. Considerando l’impegno economico e di lavoro richiesto per la messa in opera delle installazioni di Staccioli e la qualità complessiva dell’iniziativa, che ha trovato spazio nelle pagine culturali dei principali quotidiani e riviste, ho ritenuto diseconomico, e una perdita culturale, “smontare” la stessa dopo pochi mesi dalla sua inaugurazione; inoltre questa era congeniale al progetto che si stava attuando sull’interpretazione artistica dei “luoghi”. Mi ero quindi attivato per poterla mantenere allestita per tutto il 2010, anche con l’obiettivo di verificare la possibilità di attuare a Volterra un “museo dell’arte dei luoghi” che mantenesse parte delle opere di Staccioli da arricchire con i lavori di altri artisti invitati, di volta in volta, a Volterra. Per la verità, sin dall’inizio della mia attività di assessore, ho verificato una marcata chiusura nell’amministrazione per quanto riguarda l’arte contemporanea in generale e Staccioli in particolare. Condizione che mi ha meravigliato perché essendo questa di Volterra una amministrazione di giovani, mi sarei aspettato maggior attenzione e curiosità rispetto ad artisti e linguaggi estetici contemporanei; inoltre era difficile comprendere la chiusura nei confronti di iniziative artistiche che erano in grado di assumere rilevanza nazionale e internazionale, e che hanno permesso di presentare Volterra, su quotidiani e riviste, come un “luogo di cultura” in cui l’arte sa unirsi idealmente, ma anche concretamente attraverso le opere, alla tradizione storica e alla bellezza del paesaggio. Dopo estenuanti discussioni si era giunti ad un accordo per mantenere la mostra. Chiesi alla segreteria di predisporre una delibera che assegnasse all’iniziativa 5000 euro per sostenere alcune spese relative all’assicurazione, manutenzione e comunicazione, permettendo in tal modo di mantenere per il 2010 le opere di Staccioli allestite nel paesaggio circostante Volterra. Per tale fine avevo individuato un residuo tra le risorse economiche destinate dal bilancio 2009 alla cultura ma, come sicuramente ricordate, arrivato in Giunta, venni a sapere che tali fondi erano stati acquisiti, senza che ne fui informato, dall’Ufficio Servizi Finanziari per compensazioni in fase di chiusura del bilancio. A fronte del mio marcato disappunto fui tranquillizzato dalla disponibilità della Giunta a recuperare tali risorse sul bilancio 2010. Una decisione assunta senza formale delibera –anche perché in quel momento non sarebbe stato nemmeno possibile “prenderla”- ma che ho inteso come un impegno da parte di tutti gli assessori. Ora vengo a sapere da Rosa Dello Sbarba che su un ordine del giorno presentato dall’opposizione in Giugno, in merito proprio al contributo alla mostra di Staccioli, l’amministrazione ha dapprima messo in evidenza l’assenza di risorse e successivamente ha scelto di rinviarne la discussione per giungere, in occasione della recente Conferenza dei Capi Gruppo, ad indicare un contributo molto al di sotto rispetto a quanto si era convenuto nello scorso mese di Dicembre. Non so se tale indicazione sia il risultato di decisioni concordate in Giunta o se sia una proposta ancora tutta da verificare e discutere, ma in ogni caso non posso sottrarmi all’impegno di scrivervi questa lettera per richiamare alla vostra attenzione quelli che sono stati gli avvenimenti e quanto avevamo concordato. Sono pienamente consapevole dei problemi economici che gravano sull’amministrazione, accentuati anche dal patto di stabilità, ma francamente mi sembra impossibile che le condizioni siano tali da non permettere un investimento di 5000 euro per un’iniziativa di tale importanza. Inoltre, riferendomi anche alle altre attività programmate come assessore alla cultura, sono convinto, anzi certo -confortato dall’esperienza maturata in diversi anni di presidenza del Consiglio Nazionale delle Arti e dell’Alta Formazione Artistica e Musicale – che sia più facile acquisire risorse e sponsor attraverso iniziative di elevata qualità. Ma per raggiungere obiettivi di qualità, e trovare risorse, sono indispensabili capacità di programmazione e di relazione, oltre ad acquisire una mentalità che consideri la cultura come investimento e non come costo. Non vorrei che ancora una volta più che per motivi economici la decisione sia il frutto di scelte politiche, così come è stato per Volterra Teatro dove si è voluto ridurre, ma sarebbe meglio dire “limare”, il contributo economico, anziché sostenere l’impegno del’Assessorato alla Cultura per un rilancio e una qualificazione del Festival. Una qualificazione che si cercava di raggiungere anche attraverso il contributo dell’Accademia Nazionale di Arte Drammatica e della Direzione Generale del’Alta Formazione Artistica, disponibili a fare di Volterra il Centro Nazionale per Master internazionali di Teatro. Può darsi che mi sbagli ma mi sembra che il risultato raggiunto sia l’opposto di quanto voluto dalla stessa amministrazione, cioè di un Festival che, indipendentemente da un giudizio sui risultati (le recensioni che ho letto sono state comunque tutte positive), nelle sue modalità, ha di fatto replicato quello degli anni precedenti. Che il problema non sia solo frutto dell’esiguità delle risorse economiche ma di scelte (o meglio di non scelte) politiche è testimoniato dal fatto che il Museo Guarnacci è tuttora privo di un direttore nonostante la disponibilità, dall’inizio di Dicembre, della CRV e Fondazione CRV a sostenere l’impegno economico per assegnare tale incarico.

Concludo questa mia lettera richiamando ancora una volta la Vostra attenzione proprio sul Museo Guarnacci che rappresenta uno dei principali fattori di attrazione a Volterra di studiosi e turisti, e che per il suo valore economico e soprattutto culturale non può essere mantenuto nello stato attuale. L’amministrazione ha ricevuto un generoso finanziamento da parte della Provincia per progettare il suo nuovo assetto; a che punto è il progetto? E’ pensabile affrontare una progettazione così complessa senza la competenza di esperti e di un direttore del Museo che abbia rilevanza negli studi archeologici e, nello specifico, in quelli riferiti alla civiltà etrusca? Con Alessandro Furriesi avevo avviato i contatti con la Regione Toscana per condividere un impegno che permettesse di trovare una comune strategia e le risorse economiche necessarie per giungere ad una effettiva soluzione del problema museo; a che punto siamo? Non sono così ottimista come il principe di Dostoevskij che riteneva che “la bellezza salverà il mondo” ma sono certo che una maggior sensibilità estetica permetta di migliorare il nostro ambiente, la qualità della nostra vita e, non ultimo, noi stessi. Ma come ho scritto all’inizio bisogna avere occhi attenti e un cuore generoso e disponibile all’emozione.

Cordiali saluti

Giuseppe Furlanis


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