MONTALCINELLO 4 Settembre 2011


Ricevo da Fabrizio Longarini il testo del discorso da lui pronunciato oggi a Montalcinello e volentieri lo pubblico:

Buongiorno a tutti, grazie per la partecipazione a tutte le antifasciste e agli antifascisti che stamattina hanno deciso di intervenire a questa inaugurazione, dimostrazione tangibile di interesse ai valori che noi tutti, riteniamo più degni e più cari. Rappresento l’ANPI di Volterra e il suo presidente Silvano Bernardeschi, nome di battaglia “Vento”, faceva parte anche lui della XXIII Brigata Garibaldi “Guido Boscaglia”.

Oggi siamo ospiti del paese di Montalcinello e dei suoi abitanti, mi sembra doveroso quindi ringraziarvi tutti per la disponibilità che ci avete dimostrato e per l’ impegno che ininterrottamente avete portato avanti nel ricordare i cinque sfortunati partigiani che in questo luogo caddero in battaglia. Aver dedicato loro, i nomi di quattro vie e di una piazza a Montalcinello ci ha fatto, da sempre, immensamente commuovere ed emozionare. Naturalmente un caloroso ringraziamento va anche all’Amministrazione comunale di Radicondoli, al Sindaco Emiliano BRAVI e in particolare all’Ufficio Tecnico, che con il geometra Antonio Bassi e i suoi dipendenti, hanno collaborato alla realizzazione di questo nuovo monumento. L’ideazione e la realizzazione del bassorilievo la dobbiamo al nostro grande artista e scultore volterrano Velio Grandoli, la sua proposta e la ricerca svolta per scolpirlo, ci ha da subito coinvolto. Velio non è la prima volta che lavora per l’ANPI di Volterra e lo fa da sempre per storie che lo coinvolgono emotivamente e per come sono accadute certe vicende, a noi per quello che sempre riesce a trasmetterci. Un grande immenso ringraziamento per la scultura che anche questa volta, ha saputo così bene rappresentare e realizzare. Comunque ci riserviamo uno spazio particolare per parlare ancora di lui e del bassorilievo alla fine di questo preambolo, quando dopo l’intervento del sindaco di Radicondoli, scopriremo il monumento. Un saluto a tutte le autorità intervenute, che rappresentano con i loro gonfaloni i Comuni interessati all’appartenenza dei partigiani e ai luoghi dove li videro combattere. A tutte le Sezioni ANPI , alle Associazioni, che a vario titolo sono presenti qui oggi per sostenerci nella nostra volontà di affermare, sempre e comunque, la verità storica e la memoria partigiana. Un saluto e un ringraziamento davvero sentito ai congiunti dei nostri partigiani, la vostra presenza è preziosa.

Essere qui oggi è importante per il valore che diamo alla memoria, per l’onore che meritano tutti i partigiani e che noi intendiamo, con questo omaggio, onorare e ricordare.

In un’Italia del sottosopra e della vergogna dove sembrano affermarsi solo valori fasulli e rovesciati, tira una brutta e fetida aria di revisionismo, ormai da troppo tempo tollerato da chi non si indigna più e non si sente colpito da questi continui colpi bassi. Un Paese dove i cittadini sanno tutto di nozze principesche e di cappellini delle invitate, sanno tutto di beatificazioni e viaggi papali, degli amori estivi dei vip o della malattia di Vasco Rossi, dove appena l’altro ieri sulla festa del lavoro, dopo l’anniversario della Liberazione, pesava la scure del revisionismo e della cialtronesca mistificazione, si è consumata la rimozione della condizione di un Paese devastato dalla disoccupazione giovanile, dal precariato, dall’ingiustizia sociale, dai conati razzisti, dall’attacco ai diritti e al sindacato e non dimentichiamo il tentativo di equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani o la manovra per rimuovere la norma che vieta il riformarsi del partito fascista.

Sembra per il momento, che questo attacco sfrontato e scoperto, sia stato accantonato a favore di un oblio generalizzato verso le cause storiche che portarono una parte del popolo a resistere e combattere. La cosa più preoccupante però, è che in realtà piccole come nei nostri paesi, ci sia il tentativo non solo di rimuovere il ricordo e di proposito dimenticarsi dei partigiani nelle date istituzionali, ma addirittura dimenticando gli avvenimenti, i luoghi, i giorni che li videro protagonisti. Così non viene celebrata la Liberazione della nostra città, addirittura qui vicino, a Casole del’Elsa il 25 aprile non si è festeggiato in nome di una ipotetica conciliazione e i gonfaloni di Volterra e di Castelnuovo Val di Cecina, non erano presenti alle commemorazioni dell’eccidio di Guardistallo e della Niccioleta.

Grave, gravissimo, direi inaudito…. ma tutti devono sapere che gli antifascisti sono svegli e vigili e nella lotta per la difesa e della piena applicazione della Costituzione il possibile, doveroso riscatto di un Italia in ginocchio e messa nelle condizioni di non poter farsi un’idea propria ed obbiettiva della realtà.

Siamo qui anche per questo, perché inaugurare un monumento non è un vuoto rituale di omaggio ad una storia che troppi considerano vecchia e sorpassata, siamo qui per rialzare la testa per avere ancora speranza, la speranza che avevano i nostri partigiani, la speranza che non necessariamente, in questo Paese, ogni menzogna rimanga impunita e qualsiasi scorrettezza passi inosservata.

Agli italiani stanno rubando tutto, il paesaggio, la libera scelta, il futuro dei giovani e il loro democratico diritto di dissentire, hanno rubato la libera informazione, la televisione pubblica, la scuola e l’università. Vogliono rubarci la Resistenza, da cui la nostra Repubblica è nata, e l’Antifascismo su cui si fonda. Hanno rubato il principio di ripudio della guerra, che è costitutivo della Repubblica. Hanno rubato la convivenza civile, il rispetto dovuto ai cittadini, i fondamenti del patto sociale di ogni vera democrazia. Provano a rubarci le più belle parole della nostra lingua, come LIBERTA’, facendone un uso perverso. Ci hanno rubato perfino il diritto di morire in pace. Hanno trasformato il parlamento in un rifugio di corrotti, di indagati e condannati. Ci rimane però la forza e la speranza che i cittadini alla fine, siano ancora in grado di reagire di fronte a chi governa la cosa pubblica come se fosse privata, per avere il cambiamento che tanti aspettano.

Rialziamo la testa se ancora l’abbiamo, voliamo alto, dedicando un pensiero per questi ragazzi, Gino, Ivan, Leonardo, Ugo e Vincenzo e per tutte le donne e gli uomini che offrirono la vita per il nostro domani che speravano migliore.

Speranza, perché ci rimane un valore attuale e spendibile : la legalità… che per noi non è giustizialismo. E’ la legge uguale per tutti, un concetto che più trasversale non si può, visto che riassume l’articolo 3 della Costituzione.

Per questo ora, oggi è così necessario ricordare come siamo arrivati fin qui. Come un po’ alla volta, da varie parti e sotto varie vesti, sia montata l’erosione e poi l’aggressione alla Carta Costituzionale nata dalla lotta antifascista. C’è un’altra Italia che non crede che i diritti liberali possano crescere,mentre quelli sociali sprofondano. Quest’Italia ha sempre chiamato allo stesso modo la difesa della dignità del lavoro e quella delle regole democratiche. Le ha chiamate difesa della Costituzione. Non saranno questi cialtroni che tentano anche di far scomparire dal calendario il 25 aprile e il 1 maggio, tentativo per ora rientrato, o aggirare lo Statuto dei Lavoratori con la scusa della crisi per licenziarli liberamente e infliggere un altro colpo mortale alle regole del lavoro, a farci abbassare la testa.

La terza fase della Repubblica, peraltro già attraversata dal fenomeno P4, dalle cricche e dai ladrocini di Stato, che sta mettendo mano a manovre economiche che di fatto smantellano lo stato sociale, senza mai, dico mai colpire gli evasori da 240 miliardi di euro, sarà davvero democratica solo se saprà ricostruire quei canali della partecipazione popolare. Sempre più forte sarà l’impegno degli antifascisti, perché l’unica vocazione maggioritaria di cui l’Italia ha bisogno, è una dose industriale di indignazione democratica, contro lo scarto di libertà che troppi uomini della politica quotidianamente calpestano.

La nostra ragion d’essere è l’Antifascismo, ultimo baluardo della nostra libertà e dignità civile.

Siamo di fronte ad una avanzata preoccupante dei partiti neo nazisti e xenofobi in Olanda, in Svezia in Finlandia,in Norvegia, in Germania e oggi in provincia di Treviso c’è un grande raduno nazifascista, denunciato e osteggiato solo dall’ANPI, a Firenze i fascisti si permettono di oltraggiare minacciare, affiggere manifesti che inneggiano ai cecchini repubblichini e spediscono pallottole al presidente dell’ANPI al quale va la nostra solidarietà…allora ora BASTA con i buoni propositi, le belle parole e le frasi di circostanza, in questo momento ci preme sottolineare lo stupore e anche quel fastidioso senso di nausea per come oggi sia così tanto facile infangare non solo la memoria, ma anche l’onorabilità di tutti coloro che hanno combattuto per la libertà di questo Paese.

Basta con la retorica, lo vogliono questi cinque uomini morti qui, il monumento che andiamo a scoprire sia una lezione per il futuro, perché l’Italia mai aveva subito un attacco così pericoloso contro i fondamenti della vita repubblicana e, contro chi insidia e corrode le istituzioni, l’unico modo di rispondere è essere INTRANSIGENTI e anche molto, molto PARTIGIANI !!

 

 

Importante

PULELLA Vincenzo, anni 24, nato a Sinagra (Messina) figlio di Rosario e Concetta Rancidi

Intervista rilasciata a Castel S.Gimignano da Angelo Viti detto “Palanca” classe 1925 all’epoca

residente a Cavallano e mandato nella XXIII Brigata dal CNL colligiano. Prima dell’azione

alla Casella aveva trascorso tutta la notte con Guido Salvadori, confermando che per i tre “ragazzi” era il “battesimo del fuoco”…


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