Rifondazione apre la vertenza Solvay


Prosegue l’impegno di Rifondazione Comunista per aprire una vertenza con la Solvay con l’obiettivo di impegnare quell’impresa al rispetto dell’ambiente e delle risorse da essa utilizzate e a operare per determinare idonee ricadute occupazionali nel territorio da cui preleva tali risorse.

Analoga pressione viene rivolta alle istituzioni competenti (Regione e Provincia in Particolare) perché gestiscano non maggiore rigore le loro competenze in materia di miniere, acqua e tutela ambientale.

A tal fine, il giorno 8 ottobre i circoli di Rifondazione dell’Alta e Bassa Val di Cecina si sono riuniti, alla presenza dei consiglieri comunali eletti nelle liste sostenute dal nostro partito. Per l’Alta Val di Cecina erano presenti i consiglieri Danilo Cucini (Volterra) e Ugo Ricotti (Montecatini). Nella riunione, che ha  visto concordi tutti i circoli del territorio, è stato deciso di sottoporre al Comitato politico regionale del partito un documento che adesso è stato assunto dal Comitato stesso e i cui contenuti, pertanto, da ora fanno parte della nostra piattaforma politica regionale.

Si riporta di seguito le richieste contenute nel documento approvato dalla nostra organizzazione regionale:

  • siano riviste le prescrizioni relative alle concessioni regionali minerarie di estrazione del salgemma nei comuni di Volterra e Pomarance perché entrambe le prescrizioni, Idro-S (invaso per uso industriale), e Puretta (invaso per uso civile), sono oggetto di ricorso al Tar della Regione dal momento che, l’una, è sospetta di inquinamento delle falde che alimentano l’acquedotto di Cecina e, l’altra, oltre a non essere risolutiva delle insufficienze idriche dell’intera Valle del Cecina – servirebbe soltanto i comuni di Volterra e Pomarance – non ha ancora la valutazione di impatto ambientale;
  • la privatizzazione della Salina di Stato del 1996 in favore dell’azienda Ati-Sale ha lasciato gli impianti deperire; non ha rispettato i livelli occupazionali concordati per cui oggi gli occupati sono circa 25 a fronte di 25 in cassa integrazione speciale (i Monopoli ne occupavano circa 150, nel ’96), pertanto chiediamo che la Solvay, che attraverso la Ati-Sale gestisce le concessioni, si impegni a presentare un piano industriale di investimenti per rilanciare l’occupazione in quest’azienda;
  • la risorsa mineraria del salgemma è stimata sufficiente per i prossimi 70 anni agli attuali ritmi estrattivi, pertanto, le suddette concessioni non tutelano le future generazioni, dunque, esse non sono sostenibili da un punto di vista ambientale;
  • sia del tutto rigettata l’ipotesi di un impianto Turbo-gas nell’area mineraria delle saline e che sia, invece, verificata la possibilità di utilizzare i vapori geotermici degli impianti di Larderello-Pomarance, sia ai fini estrattivi, sia per il teleriscaldamento civile;
  • che, dato il quadro dell’insostenibile impatto ambientale della fabbrica Solvay di Rosignano, siano fatti rispettare, senza nessuna altra deroga, i limiti degli scarichi a mare e in atmosfera già previsti dagli attuali accordi;
  • che sia respinto ogni progetto di stoccaggio e rigassificazione del gas metano;
  • che, al contrario, sia promossa prioritariamente la realizzazione di un impianto di dissalazione in accordo con la fabbrica Solvay perché le risorse minerarie del salgemma sono in esaurimento e che, il suddetto impianto di dissalazione, sia alimentato da energie da fonti rinnovabili;
  • che la fabbrica Solvay si impegni con un nuovo piano industriale a chiudere al filiera dei cicli produttivi al fine di rilanciare l’occupazione;
  • che, a fronte dello sfruttamento delle risorse dei territori toscani in concessione, la fabbrica Solvay sia coadiuvata dalla Regione nel promuovere investimenti nell’ambito di un Nuovo Piano Industriale, di cui ai punti sopra, per il risanamento ambientale e per il rilancio produttivo e occupazionale.

PRC, circoli della Val di Cecina

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